Da diversi anni il linguaggio mediatico si è arricchito di un nuovo termine: “e-sport”, che sta ad indicare gli sport elettronici, ossia quelle attività videoludiche che rientrano in una dimensione competitiva, con tornei ufficiali organizzati in giro per il mondo. Insomma, giocare ai videogame non significa più semplicemente passare il tempo, ma può diventare un vero e proprio lavoro. Ovviamente non tutti i generi di videogiochi si sposano con la filosofia degli e-sport, ma i titoli che vanno per la maggiore sono proprio quelli che accendono lo spirito agonistico, in primis quelli sportivi e i picchiaduro. Invero, già negli anni ’80 era possibile assistere a qualche competizione allestita dalle riviste di settore, ma oggi gli e-sport rappresentano una realtà molto più ampia, capace di generare indotti milionari.
Che si giochi da soli o in squadra, gli e-sport riescono a radunare ogni anno gamer provenienti da ogni angolo del globo. Va da sé che dotarsi di device e apparecchiature moderne è indispensabile anche solo per osservare da fuori questa dimensione: i giocatori professionisti, infatti, si allenano sfruttando le modalità cooperative già presenti nei vari videogiochi, capaci di mettere in comunicazione più giocatori con la classica connessione ad internet. Gli stessi incontri ufficiali, quindi, vengono trasmessi in streaming, su smartphone e pc, lì dove si trovano i principali fruitori del medium videoludico. Le finali dei tornei più prestigiosi, in ogni caso, vengono svolte persino dal vivo e non mancano arbitri e telecronisti.
La piattaforma che più di tutte ha fatto conoscere gli e-sport al mondo intero sembra essere Twitch. Ormai sono più di 150 milioni gli spettatori garantiti annualmente dalle manifestazioni dedicate agli sport elettronici. E dire che l’Italia ha conosciuto piuttosto tardi il fenomeno, complice la carenza di infrastrutture adeguate e soprattutto una linea internet reputata scadente se paragonata a quella di altri Paesi europei. Oggi sono numerose le associazioni sportive dilettantistiche che si occupano di e-sport nello Stivale, ma alla fin fine non occorrono nemmeno una console o un pc all’ultimo grido per iniziare a prendere la mano col gioco competitivo: già da qualche anno si parla di e-sport tascabili in quanto anche gli smartphone possono eseguire molti dei titoli che periodicamente vedono affrontarsi pletore di appassionati. Anzi, molti giochi vengono sviluppati ormai proprio con questa precisa finalità.
Considerando che presto gli e-sport faranno parte anche delle discipline olimpiche, l’Italia non poteva certo rimanere a guardare a lungo, tanto che oggi esistono pure scuole di formazione per arbitri o commentatori. D’altro canto, i titoli che possono essere etichettati come “professionistici” iniziano ad essere molteplici: Call of Duty, FIFA, League of Legends e chi più ne ha più ne metta. Come nello sport vero e proprio, iniziano ad essere parecchi i campioni più rinomati e temuti del settore.
Oggi siamo arrivati al punto che ogni videogioco ha un suo degno rappresentante nel mondo degli e-sport. Alcuni tra i giocatori professionisti non mancano di dispensare consigli ai neofiti sul web, mentre il palinsesto delle scommesse sportive online include periodicamente i loro nomi quando si tratta di provare a indovinare chi vincerà la prossima competizione internazionale. Forse saranno proprio le Olimpiadi di Parigi a mettere in chiaro il concetto una volta per tutte: gli e-sport non sono un hobby per “smanettoni”, anche con un gamepad si può diventare campioni.
Condividi:
- Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)