La spedizione Cassini, in questi ultimi mesi, ha portato a grandi risultati nel campo degli studi delle lune di Saturno.
La missione, lanciata il 15 ottobre 1997, ha raggiunto l’orbita del pianeta nel luglio 2004, restituendo alla Terra informazioni importanti e scatti sbalorditivi.
Come già accaduto nelle scorse settimane con Encelado (per un approfondimento sul tema, andate qui), il 26 novembre 2016 Cassini ha immortalato un altro satellite di Saturno, Dione. Si tratta del quarto per dimensioni dopo Titano, Rea e Giapeto.

Vista del satellite Dione, in primo piano il cratere Creusa
In particolare, lo scatto ritrae il cratere Creusa, illuminato dalla luce del Sole alle spalle della luna. Si possono notare, inoltre, dei raggi che attraversano l’intero satellite, testimoni dei violenti impatti che hanno caratterizzato la creazione di Dione.
La grande cicatrice, che occupa buona parte della superficie ritratta in foto, ha un diametro di ben 1100 km. I raggi attorno ad essa sono composti da materiali rilasciati dall’impatto che ha formato il cratere stesso. Queste “strisce” di materiali risultano assai utili agli scienziati; esse possono fornire vitali informazioni riguardo ai processi geologici avvenuti sulla luna, in modo da ottenere una discreta precisione nel determinare l’ordine cronologico degli eventi.
Dettagli tecnici sulla ripresa di Dione
L’immagine fornitaci da Cassini immortala la faccia di Dione rivolta verso Saturno, mostrandoci come, per il satellite, il Nord stia effettivamente in alto, con un’inclinazione sulla destra di 31 gradi.
Lo spacecraft Cassini ha utilizzato la propria camera ad angolo stretto usando, inoltre, un filtro spettrale in grado di evidenziare lunghezze d’onda dell’infrarosso, a 727 nanometri. La foto è stata scattata ad una distanza di circa 560,000 km da Dione, con una scala di 3 km per pixel.
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