Iniziamo oggi una breve serie di articoli che ci accompagnerà per circa sei puntate riguardante le automobili più strane e innovative progettate negli anni passati.
© Matteo Incani – Riproduzione RiservataIniziamo la serie Innovative Veichles!
Nell’approfondimento di oggi parleremo dell’Amphicar, un’auto anfibia passata agli onori della cronaca grazie alla navigazione tra i canali della bellissima Venezia, tra l’altro città natale dello scrivente.
L’industria automobilistica è sempre stata un focolaio di innovazione con aziende che propongono costantemente nuove features per guadagnare vantaggio sulla concorrenza.
Alcune di queste le utilizziamo ancora oggi come i sedili riscaldati, l’alzacristalli elettrico o la diagnostica elettronica; tuttavia alcune “innovazioni” che non hanno avuto un grande successo.
Amphicar, l’auto anfibia
No, non è un potente mezzo militare, nemmeno un hovercraft, è semplicemente una berlina che…. galleggia.
Purtroppo la frase per questo ambizioso progetto vale la frase “garzone di tutti i mestieri, maestro di nessuno” perché l’Amphicar non era né una buona auto né una buona barca.
Un proprietario pur di sdrammatizzare la definì così:
“Ci piace pensarla come l’auto più veloce sull’acqua e la barca più veloce sulla strada”
Alcuni dei problemi principali la resero praticamente inutilizzabile: ad esempio se il pilota non avesse chiuso immediatamente 13 tra deviatori, filtri e valvole, una volta lasciata l’acqua l’auto avrebbe sofferto di enormi perdite.
Sull’acqua i problemi non erano da meno: sebbene fosse dotata di eliche gemelle sotto il paraurti posteriore, la rotta sull’acqua non dipendeva da un timone dedicato ma dalle ruote anteriori che la rendevano incredibilmente difficile da manovrare.
Ad ogni modo vennero costruiti quasi 4000 esemplari e bisogna dire che fu anche discretamente popolare negli anni ’60 e consumava anche poco carburante, circa 10 l/100km.
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