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Superficie di Venere, analogia con le dune sottomarine terrestri

Le dune di sabbia che formano sui nostri piani oceanici potrebbero aiutarci a comprendere il paesaggio di Venere.

Uno dei nostri più prossimi vicini, Venere, è di circa la stessa dimensione della Terra ma le sue condizioni sono molto diverse. Sotto la sua spessa atmosfera, la superficie è molto più calda e ad una pressione più alta di quella del nostro pianeta.

Negli anni Novanta il radar di apertura sintetica del velivolo Magellan ha rivelato la presenza di strutture simili a dune di sabbia in un alcune di posizioni. Questo, combinato con prove di materiale a grana fine prelevate dalla superficie dalle missioni su Venere negli anni ’70, ha permesso di aprire un dibattito riguardo i processi geologici che si verificano su Venere.

Tuttavia, poiché le dune di sabbia sulla Terra si formano sotto pressioni atmosferiche molto inferiori, è difficile usarle per capire cosa succede a Venere.

Ora, l’astronomo Lynn Neakrase presso la New Mexico State University e il suo team pensano di avere una soluzione. I ricercatori sottolineano che le dune possono formarsi anche sul fondo degli oceani della Terra.

Queste dune subacquee possono offrire una corrispondenza più vicina alle dune che si formano in ambienti con atmosfere spesse, come ad esempio Venere.

Lo studio del team, basato su una revisione della letteratura esistente, suggerisce che esistano somiglianze tra le dune di Venere e quelle subacquee che si formano sulla Terra. Per esempio, alcuni studi di dati astronomici suggeriscono che le dune di Venere sono alte da 40 a 80 metri, mentre le dune simili a vento, o eolie, sulla Terra tipicamente crescono ad un’altezza di 200 metri o più. Nel sottosuolo, dove le particelle si muovono in modo diverso, le dune tendono ad essere molto più piccole e più simili a quelle di Venere.

Ciò indica che studi sulla Terra riguardo al movimento delle particelle attraverso l’acqua  potrebbero aiutare a comprendere il modo in cui queste vengono portate sui venti venusiani. Neakrase ed i suoi colleghi notano, ad esempio, che le particelle soffiate dai venti della Terra tipicamente colpiscono altre particelle nell’aria mentre rimbalzano lungo il suolo. Le particelle trasportate attraverso l’acqua viaggiano più lentamente e raramente innescano il lancio di altre particelle quando sbarcano.

Ii ricercatori ritengono che le particelle portate sul vento venusiano si comportino anch’esse

Anche James Cutts al Laboratorio Jet Propulsione della NASA in California è impressionato. Secondo Cutts i ricercatori negli Stati Uniti e in Europa stanno lavorando a concetti di missione su Venere che potrebbero fornire immagini di risoluzione più elevata della superficie del pianeta.

“Le dune più piccole di Venere un ottimo punto per comprendere meglio questo fenomeno”, ha poi concluso Cutts.

© Matteo Incani – Riproduzione Riservata

 

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