In un mondo in cui la parola progresso è all’ordine del giorno, una delle più grandi sfide rimaste all’uomo è la cura del cancro. Questa battaglia da parecchi anni ormai è diventata il centro dello studio di molti ricercatori che, un passo alla volta, provano a vincere. E in un momento particolare in Italia per quanto riguarda i vaccini, sempre più università hanno avviato delle sperimentazioni (sugli animali prima e sugli uomini adesso) per un particolare vaccino anti-tumore.
Di cosa si tratta?
Per capire meglio di cosa stiamo parlando forse è necessario fare una breve introduzione sui vaccini. Un vaccino è costituito da DNA o proteine estranee che hanno il compito di allenare il sistema immunitario contro il virus che si vuole combattere. Ma allora qual è stato il problema fino ad oggi dei vaccini per il cancro? Questa malattia insorge a causa del cambiamento di alcuni gruppi cellulari, ed il nostro sistema immunitario non è fatto per combatterli. I primi farmaci a cui si sta lavorando prevedono la disattivazione di alcuni filtri dei linfociti T che non permettono di distinguere le cellule buone da quelle cattive; l’unico problema – fin ora – è stato dato dall’impossibilità individuare un vaccino universale. Ogni paziente avrà bisogno di un trattamento personalizzato.
Il cancro, una bestia dalle molte teste
A causa dell’incapacità di creare un vaccino unico, i primi test eseguiti hanno visto un campione umano ristretto. Diciannove pazienti malati di cancro alla pelle si sono sottoposti al trattamento; i primi risultati mostrano che i linfociti T hanno attaccato le cellule tumorali, ma diciannove è un campione ancora troppo esiguo. Il problema della vaccinazione, come abbiamo ribadito, sta al momento nella creazione di trattamenti unici per ogni paziente. Quel che è certo è che le menti migliori del pianeta non si arrenderanno così facilmente. Sebbene la strada sia ancora lunga, un grande passo in avanti è stato compiuto.
Link della pubblicazione su Nature
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