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Scoperta un’antica specie umana grazie alla nostra saliva

Gli scienziati della State University of New York, analizzando il gene di una proteina della saliva hanno probabilmente scoperto l’esistenza di un’antica specie ominide delle zone delle attuali popolazioni sub-sahariane.

Lo studio in questione  indica inoltre la straordinarietà della scoperta. Infatti l’incrocio fra specie strettamente affini era più la norma che l’eccezione.

Più precisamente la ricerca si focalizza sul gene MUC7.

In più di 2500 umani moderni analizzati, gli scienziati si sono accorti con sorpresa che i campioni provenienti da soggetti dell’Africa sub-sahariana avevano una versione del gene decisamente diversa da quelle trovate negli altri.

La variante sub-sahariana era così particolare che anche i geni MUC7 dei Neanderthal e dell’uomo di Denisova erano molto più simili a quelli degli umani moderni rispetto a essa.

“Sulla base della nostra analisi, la spiegazione più plausibile di questa estrema diversità è che in epoca arcaica sia stato introdotto materiale genetico proveniente da una specie ‘fantasma’ di antichi ominidi”, dice Gokcumen. “Questo nostro parente umano sconosciuto potrebbe essere una specie già scoperta, per esempio una sottospecie di Homo erectus, o una ancora sconosciuta. La chiamiamo specie fantasma perché non disponiamo di suoi fossili.”

Una delle proteine ​​più abbondanti nella saliva umana, mucin-7, è codificata dal gene MUC7, che riporta ripetizioni subessoniche variabili a numero di copie (ripetizioni PTS) che influenzano il potenziale di dimensione e glicosilazione di questa proteina.

Recentemente abbiamo documentato l’evoluzione adattativa della variazione del numero di copie sub-esegue MUC7 tra i primati.

Tuttavia, l’evoluzione della variazione genetica MUC7 nell’uomo rimase inesplorata. Qui abbiamo scoperto che la variazione del numero di copie di ripetizione PTS si è evoluta ricorrente nel linfa umano, generando così sfondi haplotipici multipli che portano 5 o 6 allele di numero di copia PTS-repeat.

Contrariamente a studi precedenti, non hanno trovato associazioni tra il numero di copia del numero di copie PTS e la protezione contro l’asma.

Invece, hanno mostrato una significativa associazione di variazione haplotipica MUC7 con la composizione del microbioma orale. Inoltre, sulla base di simulazioni approfondite, concludiamo che un haplotype MUC7 divergente probabilmente è nato in una popolazione africana di ominin ignota e si è introdotto negli antenati degli africani moderni.

In conclusione, vi sono nuovi orizzonti per l’antropologia morderna che avrà molto su cui lavorare nei prossimi decenni.

© Matteo Incani

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