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Il ragno che avrebbe attraversato l’Oceano Indiano

Moggridgea Rainbowi è l’unica specie del genere Moggridgea abitante l’Australia meridionale. Un recente studio pubblicato su PLOS One e condotto da un team di ricercatori dell’Università di Adelaide, in Australia, ha provato a dare una spiegazione alla presenza di questa specie di ragno sull’isola. L’ipotesi più probabile, secondo gli studiosi, è quella di una lunga odissea che la specie Rainbowi ha vissuto partendo dalle coste del Sud Africa per raggiungere la Kangaroo Island.

Gondwana: il super continente

Tra 510 e 180 milioni di anni fa, un super continente di nome Gondwana occupava quella parte di Terra che oggi è conosciuta come emisfero australe. Gondwana era chiamata la terra meridionale generata dalla precedente scissione della Pangea in due parti: Laurasia a Nord e Gondwana, appunto, a Sud. Durante il Mesozoico, il continente si è frammentato ulteriormente, dando vita alle attuali terre dell’emisfero australe: Sudamerica, Africa, India, Medio Oriente, Antartide e Australia.

Attualmente, il Sud dell’Africa e il sud dell’Australia distano circa 10.000 chilometri. Eppure, all’interno del continente australiano, una specie di ragno, appartenente al genere Moggridgea, ha attirato l’attenzione dei ricercatori australiani dell’università di Adelaide. Il fine ultimo della ricerca è dimostrare il legame che tiene unita la specie Moggridgea Rainbowi, abitante l’Isola dei canguri e il genere Moggridgea, prevalentemente presente nel continente africano.

Migidae

Per lo studio, sono stati esaminate due specie di ragni della famiglia Migidae: Moggridgea Rainbowi, campionata nel sud dell’Australia e in Africa;  Bertmainus, campionata nell’Australia occidentale. Migidae è una famiglia di ragni appartenente all’infraordine dei migalomorfi, che vive la sua vita spostandosi non più di qualche metro dal luogo in cui ha costruito la sua abitazione-trappola. Eppure, qualche milione di anni fa, pare che una specie appartenente a questa famiglia di aracnidi sia stata in grado di attraversare l’Oceano Indiano, costruendo delle abitazioni su delle piante galleggianti, per raggiungere le coste dell’Australia e, più precisamente, le coste dell’Isola dei canguri, nella parte meridionale del continente australe.

La fauna dell’Australia include quattro generi appartenenti alla famiglia Migidae: Migas e Heteromigas, nell’Australia orientale; Moggridgea, nelle isole Kangaroo e nel Sud Australia; Bertmainius, nell’Australia sud-occidentale. Alcuni recenti studi molecolari suggeriscono che l’unica specie australiana appartenente al genere Moggridgea, la Moggridgea rainbowi, scoperta da Pulleine nel 1919, può essere raggruppata con la Moggridgea africana. La base dello studio è proprio questo legame tra le due specie presenti in paesi ormai  non più limitrofi.

L’ipotesi dell’odissea del ragno

Il primo ad avere ipotizzato la possibilità di lunghe odissee oceaniche è stato Charles Darwin; tuttavia, fino a poco tempo fa, si è sempre preferito scartare l’idea di una lunga traversata dell’oceano da parte degli animali; questo a causa della difficoltà della dimostrazione di un’ipotesi simile, dovuta anche alla presenza, sul continente australiano, di animali come i marsupiali o gli uccelli ratiti, che sarebbero poco adatti ad affrontare viaggi così lunghi e difficoltosi. Ed è per questo che, per spiegare la presenza di specie come la Moggridgea Rainbowi sul suolo australiano, l’unica idea accettabile era quella della vicarianza “gondwaniana”, ovvero della compresenza, all’epoca del continente Gondwana, di specie affini in ambienti limitrofi. L’ipotesi affermava che, dopo la divisione del grande continente, la specie Moggridgea Rainbowi sia semplicemente rimasta su quel grande territorio che, separandosi dall’attuale continente africano, avrebbe formato, successivamente, l’Australia.

Le ricerche degli ultimi 20 anni hanno portato interessanti scoperte e nuovi punti di vista sul dibattito che vede contrapposti la dispersione oceanica e la vicarianza. Alcuni recenti studi molecolari hanno dimostrato che la dispersione effettuata tramite lunghe distanze è avvenuta in diverse altre specie di animali, come per esempio le scimmie, i lemuri e i gechi.

Lo studio e le conclusioni

Sono state analizzate sette specie di Moggridgea Rainbowi, tre della costa occidentale dell’Isola dei canguri, quattro dalla costa orientale; cinque esemplari di Moggridgea del Sudafrica; sette specie di Bertmainius, della zona a sud-ovest dell’Australia. Dopo gli studi molecolari e filogenetici, è stato dimostrato che la specie Rainbowi è strettamente legata al genere Moggridgea dell’Africa.

La separazione del ragno australiano dal suo parente africano risale a 2.27 – 16.02 milioni di anni fa; è postuma alla frammentazione della Gondwana; precede però la colonizzazione umana della Kangaroo Island. Per spiegare la presenza della Moggridgea africana in Australia, sono state formulate tre ipotesi.

La prima è quella della vicarianza della Gondwana, secondo la quale, all’epoca del grande continente, la specie di ragno si è divisa in due specie diverse, una delle quali è rimasta su quel pezzo di terra che oggi è l’Australia.

La seconda è quella che vede l’introduzione della specie nel continente australe grazie alla colonizzazione degli europei a danno delle isole Kangaroo. Tuttavia, la differenziazione interna tra le due specie di M. Rainbowi risale ad un arco di tempo che va tra i 1.10 e i 6.39 milioni di anni fa. L’ipotesi dell’introduzione umana è quindi poco probabile.

La terza è la dispersione transoceanica, supportata dalla datazione della divergenza tra la specie africana e la specie australiana.

L’odissea del ragno australiano

Ma come ha fatto una specie di migalomorfi ad attraversare un oceano e ad intraprendere un viaggio così lungo? Alcuni fattori ci danno una risposta più che plausibile. Prima di tutto, il metabolismo di questi ragni è piuttosto basso: ciò permette loro di poter sopravvivere anche con poco cibo per lunghi periodi. Un altro fattore che ha contribuito alla riuscita del viaggio può essere stata la capacità di costruire delle tane di seta a forma di piccola botola. Questa abilità permette a questi ragni di regolare la temperatura e l’umidità, costruendo dei veri e propri microhabitat. Infine, i migalomorfi sono immuni all’affogamento e sono in grado di immagazzinare l’ossigeno. Tenendo conto di queste particolari abilità dell’aracnide, la sua colonizzazione dell’Australia ci appare meno improbabile.

Lo studio pubblicato dall’università australiana fungerà da base per future ricerche. Maggiori e più dettagliate informazioni sullo studio sono reperibili nell’articolo pubblicato su PLOS One.