NASA, la missione Juno entra nel vivo

NASA, la missione Juno entra nel vivo

Sono passati ben cinque anni da quando la sonda della NASA Juno è stata lanciata dalla Terra per consentire agli scienziati di studiare Giove. Dopo aver raggiunto ed agganciato l’orbita del quinto pianeta del sistema solare, la missione oggi arriverà ad un punto di svolta. Infatti Juno raggiungerà il punto più lontano da Giove, durante la sua orbita, per la prima volta. Questo punto è noto come “apojove”, situato a 8.1 milioni di chilometri dal pianeta tenuto sott’osservazione dalla sonda della NASA. Raggiunto questo punto la forza di gravità comincerà ad attirare a se la sonda, la quale si avvicinerà al pianeta, questa volta però con i suoi “occhi scientifici” aperti.
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La fervida attesa degli scienziati della NASA

Al momento la sonda sta proseguendo sulla prima delle due orbite previste, prima di cominciare ad avvicinarsi ed avviarsi verso la missione vera e propria. La percorrenza di ogni orbita, prima di passare alla successiva, dura quasi due mesi. Un periodo relativamente lungo, soprattutto per gli scienziati incaricati di eseguire la missione, i quali sono desiderosi di entrare nel vivo dell’esplorazione. Juno, lanciata il 5 agosto 2011, ha eseguito un lungo percorso all’interno del sistema solare prima di raggiungere Giove. Ha difatti eseguito un “flyby” sulla Terra, in pratica un giro intorno al nostro pianeta per sfruttarne la gravità ed essere letteralmente lanciata verso Giove.

Decine di flyby previsti intorno a Giove

Il principale responsabile della missione, Scott Bolton, ha detto che in questi cinque anni la maggiore preoccupazione è stata quella di guidare Juno verso il pianeta da studiare. Ora che sono finalmente lì, la loro concentrazione è volta a far eseguire alla sonda decine di flyby intorno a Giove, per ottenere tutte le informazioni scientifiche previste dalla missione. In pratica il raggiungimento dell’obiettivo per cui Juno è stata lanciata dalla Terra.

Le prove generali delle strumentazioni il 27 agosto

Juno, avvicinatasi a Giove lo scorso 4 luglio ha utilizzato, come previsto, un razzo per la durata di 35 minuti, il quale gli ha consentito di agganciare l’orbita attraverso una manovra impeccabile. Nel periodo di orbita Juno funzionerà esclusivamente ad energia solare. Tuttavia per ridurre di 14 giorni il percorso intorno a Giove, attiverà nuovamente il suo razzo. Prima che questo accada però il 27 agosto la sonda effettuerà il passaggio più vicino intorno al pianeta gassoso, passando a soli 4200 chilometri da esso. Tutta la strumentazione scientifica, disattivata nel periodo di avvicinamento e di aggancio alla seconda orbita, verrà messa in funzione in quest’altra storica giornata, per una prova generale prima di entrare nel vivo delle ricerche.

Lo stato di salute delle strumentazioni è OK

Riguardo lo stato di “salute” delle strumentazioni a bordo, il responsabile del proggetto al Jet Propulsion Laboratory della NASA in California, ha dichiarato che tutto è intatto, completamente controllato e pronto per una prima occhiata da vicino a Giove. La potente strumentazione montata su Juno consentirà di sondare in profondità la struttura del pianeta, la circolazione atmosferica e la fisica, per via della forte energia magnetica presente nel suo ambiente. Gli scienziati sono certi che Juno rivelerà importanti indizi sull’evoluzione e la formazione di Giove. Naturalmente verranno estrapolate anche maggiori notizie sulle particolarità che caratterizzano la vita del nostro sistema solare.

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