Dopo un’importante riunione tenutasi a Parigi tra gli stati membri dell’Agenzia Spaziale Euoropea, le rispettive delegazioni hanno deciso di rinnovare la missione esplorativa su Marte. Il progetto “Mars Exploration Rover” dopo Spirit ed Opportunity lancerà un nuovo rover sul pianeta rosso nel 2020. A tal fine sono stati stanziati immediatamente altri 77 milioni di euro a sostegno della nuova missione “ExoMars” già avviata lo scorso Marzo con il lancio di altri robot esploratori, in attesa dell’arrivo del nuovo rover.
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Intanto si sta già studiando una soluzione per risolvere il problema dei finanziamenti.
Il dottor David Parker, direttore dell’agenzia ha dichiarato: “Tutte le sfide sono state esposte agli Stati membri e nella riunione del Consiglio è stata posta una domanda fondamentale: quanto è importante questo progetto? Ne è venuta fuori una risposta chiara ed esaustiva e cioè che questa rimane una fondamentale priorità per ragioni legate allo sviluppo scientifico e tecnologico”.
Studi su Marte divisi in due fasi
La missione “ExoMars” si divide in due fasi, una (avviata a marzo 2016) per l’esplorazione e lo studio dell’atmosfera di Marte attraverso il satellite composto a sua volta dal Trace Gas Orbiter, per l’analisi dei gas e dal lander Schiaparelli che funge da pioniere per lo studio della tecnologia durante l’attraversamento dell’atmosfera e l’atterraggio su suolo marziano. La seconda fase avrà inizio con l’arrivo del nuovo rover, il quale sarà in grado di perforare per 2 metri il suolo del pianeta, in cerca di materia vivente.
Problema finanziario momentaneamente risolto
Intanto l’inizio previsto per la seconda parte della missione, già slittata dal 2018 al 2020, ora sarebbe certo e definitivo. I motivi dei ritardi sarebbero stati imputati alle aziende produttrici di hardware, incapaci finora di rispettare le consegne. Tuttavia, per il momento, almeno il problema economico è stato tamponato con i finanziamenti partiti dai quattro più grandi Paesi partecipanti alla missione: Italia con un finanziamento di 34 milioni di euro, Regno unito, 19 milioni e i restanti 24 milioni divisi tra Francia e Germania. Le missioni spaziali, anche se richiedono una grande mole di denaro, restano fondamentali per la ricerca e, di conseguenza, lo sviluppo tecnologico.
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