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Google richiama il proprio staff dopo l'”immigration order” di Trump

L’ultimo brillante ordine esecutivo del nuovo presidente americano potrebbe portare un po’ di scompiglio nel panorama delle industrie legate alla tecnologia. Queste ultime infatti hanno l’abitudine di assumere personale altamente qualificato da qualunque parte del mondo. In questo caso, a preoccuparsi è il capo di Google, Sundar Pichai. A tutti i dipendenti al momento fuori dagli Stati Uniti è arrivato un promemoria che li prega di tornare negli USA il prima possibile. A causa dell’ultimo ordine di Trump, rischiano di non riuscire a tornare nel paese.

“E’ doloroso vedere il costo personale che questo ordine esecutivo provoca ai nostri colleghi”, ha scritto Pichai nella memo. I dipendenti in questione lavorano negli US ma si trovano all’estero sia per lavoro che per vacanza. La maggior parte è tornata prima che Trump firmasse l’ordine, ma altri non hanno fatto in tempo.

L’ordine esecutivo del presidente vieta a praticamente ogni cittadino da Iran, Sudan, Siria, Iraq, Libia e Somalia di entrare negli Stati Uniti per 90 giorni. L’amministrazione considera i primi tre paesi i principali sponsor del terrorismo internazionale. Gli ultimi tre sono invece “nazioni che suscitano preoccupazioni”. Il New York Times ha riferito che diversi possessori di green card e di visti regolari sono stati bloccati dall’imbarcarsi sui voli per gli US già poche ore dopo che l’ordine fu firmato.

L’ultimo ordine esecutivo di Trump potrebbe impedire ai dipendenti Google di tornare negli Stati Uniti

Dunque anche i dipendenti di Google che al momento si trovano nelle nazioni sopra citate rischiano di non potersi imbarcare. La compagnia ha perciò suggerito a questi dipendenti di rivolgersi ai team specializzati in sicurezza e immigrazione di Google. L’avvocato per l’immigrazione Ava Benach ha detto che “nessuno è davvero sicuro che un possessore di green card da uno di quei sette paesi possa tornare negli Stati Uniti al momento. L’unica cosa certa è che un possessore di un visto H-1B non può.”. Un visto H-1B consente ad una compagnia statunitense di assumere un lavoratore straniero, solo in particolari circostanze. Questo visto è solo lavorativo e non conferisce la cittadinanza.

Anche Zuckerberg da Facebook si è ovviamente schierato contro l’assurdo ordine di Trump. Un portavoce di Google ha affermato che la compagnia è preoccupata riguardo ai risvolti che questo ordine potrà avere. Oltre a danneggiare i dipendenti che già lavorano per Google e le loro famiglie, innalza barriere per i talenti che vorrebbero lavorare negli US. Si spera che l’amministrazione si renda conto dell’assurdità dell’ordine e della confusione che sta provocando.

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