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Un nuovo dieselgate potrebbe coinvolgere FCA

Lo scorso Giovedì abbiamo appreso che l’Agenzia per la Protezione Ambientale americana (EPA) sta indagando su Fiat-Chrysler (FCA) per quanto riguarda l’utilizzo di un software che avrebbe permesso la violazione delle norme sulle emissioni.

Venerdì scorso, Bloomberg ha riferito che anche il Dipartimento di Giustizia statunitense avrebbe aperto un’indagine per la presunta mancanza di comunicazione del software che ha permesso la suddetta violazione.

Il caso è molto simile a quello che coinvolse Volkswagen qualche mese fa, anche se Bloomberg ha riferito che nel caso di FCA il numero di veicoli coinvolti nell’inchiesta è sicuramente inferiore al caso dell’azienda tedesca.

Al momento non si sa a che punto è l’indagine operata dal Dipartimento di Giustizia, si sa solo che sono in corso delle verifiche.

All’epoca del dieselgate Volkswagen furono accusati sei alti funzionari dell’azienda automobilistica di Wolfsburg, i quali sono stati tutti condannati in sede penale.

FCA respinge ogni accusa

Durante una conference call, l’amministratore delegato di FCA, Sergio Marchionne, ha dichiarato che il caso Fiat-Chrysler non ha nulla a che vedere con quello Volskwagen.

Lo stesso CEO di FCA ha dichiarato:

Siamo certi che nessuno in FCA ha commesso alcuna frode o ne sia complice. Non abbiamo installato alcun dispositivo per la manipolazione delle emissioni

L’azienda italo-americana ha rilasciato Giovedì una dichiarazione affermando che il loro software per la gestione delle emissioni “rispetta i requisiti” stabiliti dall’EPA e che non vi è la presenza di alcun dispositivo progettato per aggirare gli standard sulle emissioni.

Se le accuse dovessero trovare fondamento, FCA rischia una multa fino a 4,63 miliardi di dollari. Intanto questa situazione non fa bene alla casa automobilistica che ieri è affondata sia a Piazza Affari che a Wall Street, arrivando a perdere fino al 18%.

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