Lida Ajer

Lida Ajer, la culla dei primi uomini moderni del sud-est asiatico

Uno dei più grandi ostacoli per la datazione della prima grande migrazione dell’uomo africano verso i territori del sud-est asiatico è sicuramente il torrido clima tropicale, inadatto alla conservazione delle ossa. Clima torrido e penuria di avanzate tecnologie sono le principali cause della difficoltà per la piena comprensione e datazione dei movimenti migratori dei primi esseri umani moderni verso l’asia sud-orientale. Tuttavia, nuovi ed importanti fossili sono stati ritrovati, a partire dal 2009, presso quella che si potrebbe considerare la culla dei primi uomini moderni del sud-est asiatico. Stiamo parlando della caverna di Lida Ajer, sull’isola di Sumatra. Lo studio di alcuni fossili, soprattutto quello sui denti ritrovati all’interno della caverna, ha portato con sé un enorme passo in avanti nella datazione riguardante i primi uomini moderni abitanti la regione sopra menzionata. L’uomo africano potrebbe essere arrivato lì 15.000 anni prima del previsto. Più di 60.000 anni fa.

La scoperta dei denti all’interno di Lida Ajer

A sud del villaggio di Payakumbuh, in Sumatra, giace una piccola caverna, Lida Ajer. Esplorata già da Eugène Dubois tra il 1887 e il 1890, la caverna contiene una variegata fauna tipica delle foreste pluviali.

All’interno della grotta sono stati trovati alcuni denti appartenenti ai primi uomini che hanno abitato le terre di Sumatra. I denti sono stati confrontati con quelli di orangotango, un primate della famiglia Hominidae, abitante delle foreste dell’isola.

Più piccolo del dente di orango, il dente ritrovato è stato classificato come appartenente alla specie Homo sapiens, dopo diversi e approfonditi studi sulla morfologia dentale.

La caverna di Laos e le altre caverne del sud-est asiatico

Un’altra importante caverna, protagonista di importanti ritrovamenti fossili, è sicuramente quella di Tam Pa Ling, a Laos. Il ritrovamento di una mandibola e un cranio ha confermato la presenza dell’essere umano, in quei luoghi così lontani ed ostili, in un periodo che va dai 63 ai 45 mila anni fa.

Il team di ricerca, condotto da Laura Scheckerfold, è riuscito, sin dal 2009, a portare alla luce importanti ritrovamenti fossili. Laura ricorda le numerose difficoltà affrontate durante la ricerca, dovute al terreno accidentato. Tuttavia, è orgogliosa dei risultati ottenuti.

Tam Pa Ling è solo una delle tante aree esplorate dagli studiosi. Importanti ritrovamenti sono stati fatti anche in Cina e Malesia.

L’importanza delle scoperte

Lida Ajer e Laos sono la culla di sensazionali scoperte. Fino al decennio scorso si era creduto che l’uomo moderno fosse arrivato nel sud-est asiatico non più di 45.000 anni fa. Il ritrovamento dei fossili ha permesso di coprire un gap temporale di circa 20.000 anni, posizionando così l’arrivo dell’uomo nelle isole asiatiche tra 73.000 e 63.000 anni fa.

Se è vero che i primi Homo sapiens hanno raggiunto il luogo 72.000 anni fa, è molto probabile che abbiano assistito ad uno dei più grandi disastri che hanno colpito la terra. Stiamo parlando dell’eruzione del vulcano di Toba.

Tuttavia, spiega Kira Westaway, esperta di scienze ambientali, è più probabile che l’uomo sia arrivato lì poco dopo l’eruzione.

Le nuove datazioni sono in perfetta sincronia con quelle dell’arrivo dei primi uomini moderni nel nord dell’Australia.

I ritrovamenti di Lida Ajer sono risultati, perciò, l’anello mancante di una datazione più generale riguardante il sud-est asiatico.

Un’altra importante ipotesi è da tenere in considerazione: prima delle ricerche cominciate nel 2009, era esclusa l’idea che i primi Homo sapiens abitassero le foreste pluviali. I denti ritrovati in Sumatra, tuttavia, dimostrano forse il contrario.

È molto probabile che gli uomini abbiano intrapreso, a partire dall’Africa, anche dei percorsi interni al paese. Fino a circa dieci anni fa, l’ipotesi più accreditata affermava che le grandi migrazioni verso l’Asia fossero avvenute via costa. Era ritenuto, infatti, molto improbabile che l’uomo si fosse addentrato in pericolosi territori montuosi e forestali.

Le recenti scoperte, invece, non escludono che alcuni uomini avessero, già allora, le capacità e le armi adatte a sopravvivere in ambienti ostili.

Le continue ricerche nelle grandi isole del sud-est dell’Asia sono delle importanti chiavi per una miglior comprensione dei grandi movimenti migratori partiti dal continente africano.

Studi più approfonditi nei seguenti link:

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